A partire dal 1972, due organizzazioni internazionali assai differenti per caratteristiche e ruolo, l’UNESCO, l’Agenzia dell’ONU nata nel 1946, che si occupa di Istruzione, Scienza e Cultura, e l’OCSE, nata nel 1948 come OECE per coordinare gli aiuti economici americani all’Europa, poi trasformata nel 1961 in l’organizzazione intergovernativa di studi economici, che raccoglie oggi 38 Paesi sviluppati ad economia di mercato, hanno prodotto due opposte visioni sul ruolo e sulle finalità dell’Istruzione all’interno delle società contemporanee.
L’UNESCO, che rappresenta una visione multipolare delle relazioni internazionali, ha sviluppato l’idea di istruzione o apprendimento permanente in termini umanistici ed emancipatori, con l’obiettivo di favorire l’umanizzazione piena del soggetto, come individuo, membro di una comunità, cittadino e produttore, inventore di tecniche e sognatore creativo. Conoscenza e istruzione vanno considerati beni comuni globali, perché riguardano tutte le persone, come parte di un impegno sociale collettivo che richiede partecipazione e solidarietà.
L’OCSE ha da subito contrapposto a questa interpretazione una lettura più economica e pragmatica: l’istruzione ha il principale compito di valorizzare il “capitale umano”, la risorsa fondamentale per garantire competitività e crescita economica, per favorire la formazione di lavoratori capaci di adattarsi al continuo cambiamento richiesto dalle imprese, per migliorare la condizione sociale individuale e rendere più appetibile il proprio profilo professionale. A partire dagli anni Novanta, l’organizzazione si dota di strumenti di indagine e di comunicazione su questi temi e influenza le politiche scolastiche della stessa Unione Europea e di molti Paesi membri, tra cui l’Italia.
La diversità tra i due modelli è particolarmente evidente quando si affronta il tema delle competenze: pur utilizzando un linguaggio all’apparenza simile, le due istituzioni propongono differenti declinazioni e contenuti.
Il recupero di questo dibattito internazionale può riservare molte soprese e fornire risposte utili all’azione politica e alla pedagogia democratica e progressista, oggi marginalizzate dal pensiero neoliberista ed economicista che ha da tempo egemonizzato la discussione e l’attività pubblica su questi argomenti nel nostro Paese.
Lo studio ripercorre la storia di questa elaborazione lungo gli ultimi cinquant’anni, utilizzando i principali documenti prodotti dalle due organizzazioni e sottolineando le ricadute di questi orientamenti sulle scelte della Comunità Europea.
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Immagine a lato del titolo: Diego Ribera, "The Making of a Fresco Showing the Building of a City", murales, San Francisco, 1931-40.