Dal blog Concetti Contrastivi di Marco Guastavigna un contributo per una didattica intenzionale, flessibile e non discriminante al tempo del contagio, come sempre...
Io ci riprovo, imperterrito. Cominciamo dal fatto che la prima importante tecnologia emancipante, per l’acculturazione a distanza, è il libro a stampa con caratteri mobili. Aggiungiamo che a scuola si fa mediazione didattica mediante relazioni umane dirette e protette. Detto questo, molti dei dibattiti di questi giorni si sgonfiano. Più importante è capire ciò che l’immagine che segue vuole riassumere, ovvero il rapporto tra scelte di “piattaforma” e intenzione didattica. Per rendere immediati il confronto e il cortocircuito concettuale i punti nodali sono evidenziati con un colore particolare.
Una prima e parziale risposta alla domanda “Ma allora, cosa può scegliere chi vuole fare scuola dell’emancipazione sporcandosi le mani con le tecnologie digitali, che consentono di ridurre la distanza educativa determinata dalla chiusura delle scuole?” è contenuta in questa parte di una mia intervista rilasciata in tempi non emergenziali.
Come reagire di fronte a questo scenario? Quali sono gli spazi compatibili con la libertà umana nel mondo delle tecnologie digitali?