Nei giorni scorsi due incidenti, dai contorni in parte assurdi, uno stradale e uno nautico, hanno provocato la morte di due persone diversamente vicine al mondo della scuola.
Una voce per Irene
Nei pressi dell'Argentario, nello scontro fra due imbarcazioni, è rimasta vittima Anna Claudia Cartoni, il cui corpo è ancora disperso in mare. Docente di educazione fisica, ex ginnasta e tecnico federale di ginnastica artistica, Anna Claudia Cartoni ha pubblicato nel 2020 un volume, Irene sta carina. Una vita a metà, nel quale racconta l'esperienza della figlia disabile e la sua di madre nell'assisterla e nel cercare di entrare in relazione con il suo mondo ferito. Irene, oggi ventenne, a causa di una grave malattia contratta quando aveva un anno, è priva della possibilità di esprimersi, ma sente i suoni e le voci. E ora attende di risentire la voce della madre del cui incidente non sa ancora nulla.
Nel parlare di questa vicenda alcuni quotidiani hanno reso pubblica una lettera di
Anna Claudia Cartoni, rivolta poco tempo fa alle istituzioni sul tema di un questionario Della Regione Lazio per i genitori di figlie e figli disabili, che ha provocato non poche polemiche.
«C’è tanta indignazione per il questionario sui “caregiver” diventato ormai famoso quando fino a poco tempo fa presidenti di Regione pensavano che i “caregivers” fossero gli “autisti dei disabili”. C’è tanta indignazione per le domande poste, ma io sono doppiamente indignata. Perché? Primo, quale è l’obiettivo? Non credo che serva un questionario per capire che assistere un familiare con gravissima disabilità comporti stress e dolore, comporti mancanza di libertà, comporti fatica, comporti paure per la sopravvivenza. È un questionario che stabilisce i fondi da erogare alle famiglie? Meno sono stressato più posso essere abbandonato, più sono stressato e allora ti do qualche soldo in più. O forse il questionario riesce a comprende che una famiglia è meno stressata proprio perché con battaglie infinite ed estenuanti è riuscita ad ottenere un’assistenza domiciliare adeguata? Secondo: sono indignata perché si impiegano risorse ed energie per qualcosa di inutile invece che impegnarsi a rendere la società un luogo per tutti». (tratta da "Il Messaggero", 28.7.2022).
Lo facciamo in ricordo di una voce che si è spenta e delle sue battaglie e per rammentare quanto sia complesso intervenire nell'universo delle disabilità, in difesa di quanto di buono la scuola italiana ha saputo fare in questa direzione e di quanto ci sia ancora da salvaguardare e da fare.
E anche per ricordare a chi si occupa di valutazione, in modi diversi, anche quella conoscitiva e diagnostica, che il rischio di ogni forma di valutazione è sempre quello di entrare in rotta di collisione con la salvaguardia della dignità umana e il rispetto delle infinite diversità che la compongono.
Una voce per la scuola
Sempre nei giorni scorsi, sulle strisce pedonali di una strada a grande percorrenza di Ostia, è stato travolto Luca Serianni, rimasto in coma irreversibile per qualche giorno e poi deceduto. Luca Serianni, linguista, accademico, autore di numerosi studi e saggi di storia della lingua e di grammatiche scolastiche, curatore del Devoto Oli, uno dei più importanti dizionari della lingua italiana, si è spesso occupato anche di scuola e in particolare di insegnamento della grammatica e della scrittura.
Luca Serianni è stato quindi impegnato non solo sul fronte della ricerca teorica ma nel campo dell'insegnamento della lingua e sappiamo quanto i settori della ricerca didattica e della professionalità docente siano invece carenti nell'iter formativo dei futuri insegnanti.
Negli anni scorsi è stato anche chiamato a coordinare una Commissione incaricata di proporre modifiche alle prove di scrittura degli esami "di Stato" conclusivi della scuola secondaria di primo e secondo grado. Sarebbe incoerente e ipocrita non ricordare, in questo doloroso frangente, che questa rivista si oppose a quei provvedimenti, non ritenendoli adeguati, anzi dannosi.
Qualcuno in questi giorni ha inteso accostare l'esperienza umana, culturale e professionale di Luca Serianni a quella di Tullio De Mauro, altra voce che molto manca alla scuola italiana da qualche anno. Noi pensiamo che, per quanto uniti nell'importante impegno di occuparsi di scuola e dell'insegnamento della lingua, i due autorevoli studiosi lo abbiano fatto in direzioni non del tutto assimilabili. Anzi, da certi punti di vista antitetici e quindi immaginare convergente il loro magistero penso sia inopportuno per entrambi. La scuola, invece, e gli insegnanti di italiano in primis, ma non solo, dovrebbero interrogarsi sulle analogie e le differenze dei loro rispettivi punti di vista, per trarne indicazioni e giovamento.
In rete non è difficile reperire molti interventi recenti di Luca Serianni su questi temi. Anche sui dispositivi digitali della nostra redazione, per gli incroci algoritmici di cui le procedure della sorveglianza sono solerti interpreti, ne sono stati segnalati diversi. Tra gli altri, preferiamo ricordare Luca Serianni con questa intervista rilasciata qualche anno fa a Ostia, pensiamo non molto lontano dal luogo nel quale gli è stata tolta la vita.
L'abbiamo scelta per la carica umana di questa testimonianza e la significatività di alcune considerazioni di carattere storico ed evolutivo, condotte con estrema naturalezza, ma anche perché il tema delle scritture scolastiche è qui affrontato da Serianni con attenzione scientifica ma con un linguaggio e riferimenti che lo rendano accessibile a tutti. Com'è giusto che sia.
Non è ora il tempo e il luogo per ricordare i nostri elementi di disaccordo con alcune sue posizioni e con le scelte che sono diventate norma per gli esami di Stato. Lo faremo, in altri momenti, come abbiamo già fatto, proprio perché riteniamo che controargomentarle sia il modo più onesto e autentico per rendere omaggio al suo pensiero.
Qui e ora ci piace lasciare questa testimonianza della sua voce, in questo contesto luminoso e sereno, così vicino e al contempo tragicamente opposto alle prime luci di un'alba del luglio di quest'anno che ne hanno spento la voce.
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