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28/09/2017

Lo "Jus soli" ... pensato nella scuola primaria

di Enrica Ena

Per chi come me crede moltissimo in quei percorsi trasversali che portano il mondo in classe e consentono di far riflettere i bambini e, con loro, le famiglie, era praticamente impossibile passare dritta davanti alla proposta di Franco Lorenzoni che invitava a portare il tema dello Ius soli nelle scuole. 

I nostri sono bambini già attenti, certi argomenti nella nostra classe sono entrati sin dalla prima elementare, e non perché legati a una ricorrenza. Sono stati e sono tra noi sempre, con la convinzione che l’apertura verso l’altro si costruisca tutti i giorni, promuovendo l’attenzione e la cura che ci fanno classe-comunità, e avendo il coraggio di fermarsi ogni volta che gli eventi dentro e fuori le mura interrogano le nostre coscienze.
In questo caso, poi, la proposta è arrivata ad inizio d'anno: quale occasione migliore di un tema così importante che riguarda proprio i bambini, per consentire loro di rimettersi in movimento? Così, lo Ius soli e lo Ius culturae hanno accompagnato la nostra ripresa del lavoro, consentendo di rimettere sul piatto tutte le competenze apprese in questi anni.

Siamo partiti anticipando i tempi. L’idea era quella di arrivare al tre ottobre ben preparati, in modo che fossero gli stessi bambini a maturare idee per lanciare un messaggio chiaro alla nostra città: a tutti deve essere riconosciuta uguaglianza nei diritti e nei doveri e – ci abbiamo tenuto ad aggiungerlo – di tutti deve essere riconosciuta, rispettata e valorizzata la propria diversità.
Tutto è cominciato al buio, come piace a me. Io sono per un insegnamento che non anticipa, che non sacrifica la motivazione al risultato veloce. Da noi, la “lezione” arriva sempre alla fine, come momento per ristrutturare le conquiste dei bambini e approfondirle. 

Perciò siamo partiti con una proposta semplice, ma capace di fare spazio: 
Fate un’indagine su che cosa è lo Ius soli. Sono sufficienti poche cose. L’importante è che capiate cosa è e come funziona.
Ma si sa, i bambini, quando hanno spazio lo utilizzano tutto, spostandosi anche su strade poco battute; il nostro compito diventa quello di accogliere e di aiutarli a leggere e a dare forma a ciò che nasce.

Una volta a scuola, è stato il momento di organizzare i lavori di gruppo. I bambini hanno analizzato i materiali reperiti, li hanno letti, hanno appuntato ciò che hanno capito e isolato alcune parole chiave, per poi offrire una restituzione alla classe dalla quale ha preso avvio la fase ristrutturativa.

Le proposte che hanno caratterizzato le fasi successive del nostro lavoro sono visibili sul blog di classe a questo indirizzo.
Abbiamo proposto discussioni partendo dalla visione di due brevi filmati, la lettura e analisi del messaggio scritto da papa Francesco per la  "Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato" e abbiamo ospitato in classe la mamma di Seynabou, la nostra bambina senegalese, perché ci raccontasse la storia della loro famiglia, dal momento in cui è stata presa la decisione di lasciare il Senegal, fino all’inserimento in Italia. 

Siamo poi passati alle proposte per il tre ottobre: una sorta di flash mob itinerante, che ci vedrà presenti nei punti più importanti della città, e uno spazio creatività nel quale i bambini potranno presentare, utilizzando qualunque forma e qualunque strumento autoprodotto, il loro personale modo di promuovere la conoscenza e il sostegno dello Ius soli e dello Ius culturae.

Per dirla con Lorenzoni, i bambini “pensano grande”, e noi abbiamo imparato ad apprezzare da tempo che cosa sono in grado di portare quando apriamo alle loro idee; perciò adesso aspettiamo con ansia il tre ottobre.

Una riflessione finale? I nostri bambini sanno che nella vita bisogna avere il coraggio di essere un po’ partigiani  (come diceva Don Milani): il coraggio di saper prendere una posizione. Così hanno espresso le loro idee, in modo libero, con chiarezza e determinazione. Noi, nell’ascoltarli, abbiamo avuto conferma che certe resistenze verso l’altro sono proprie degli adulti, per i bambini non esistono. 
- Maestra - mi dice Alessio, mentre discutiamo dei messaggi razzisti dell’ultimo video visto insieme - ma come fa l’uomo a dimenticarsi del passato? Ti ricordi quel cortometraggio?
Nel cortometraggio, un bambino ebreo protagonista della vicenda, ormai vecchio, è seduto in una sala cinematografica, dove ha visto scorrere il tempo della sua vita e della storia... Sente arrivare qualcuno alle sue spalle: è un ragazzo extracomunitario che cercava rifugio, proprio come lui tanto tempo prima. Si volta, gli sguardi si incontrano, si trovano. Il vecchio gli sorride. Era “1943-1997”, il cortometraggio di Ettore Scola, del 2012, realizzato  per la "Giornata della Memoria".

Bello sentire i bambini riportare tra noi frammenti della terza elementare. Non si sbaglia mai a fermarsi con loro, a costruire con loro un’idea di società. Sono piccoli passi verso il futuro.

Eccoci con una nuova e importante tappa del nostro lavoro sullo Ius soli: la condivisione di un video girato questo pomeriggio, in cui i bambini raccontano le ragioni del nostro percorso, illustrano la legge attuale e i cambiamenti previsti, esprimono la propria posizione.

Pubblicato il 29 set 2017 da "Che cosa c'è di nuovo in classe" di Enrica Ena
Scuola primaria via Roma - Iglesias - Classe 5ª A

Attività svolta a completamento del percorso di lavoro sullo Ius soli con l'obiettivo di sostenere l'approvazione di questa importante legge, ferma al Senato.
 

 

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