Proprio mentre l’istruzione è vittima della quarta (o quinta?) ondata di discussione polarizzata tra fautori e detrattori della "DAD" – acronimo assolutizzante, entrato nel linguaggio mediale e nel vernacolo professionale ben prima che si consolidasse alcuna concettualizzazione esplicita –, le istituzioni periferiche della Repubblica dispiegano tutta la propria possanza culturale.
Mi riferisco alla "Proposta di percorsi formativi e laboratoriali a cura dei docenti dell’Équipe Formativa del Piemonte" annunciata con apposita nota del relativo Ufficio Scolastico regionale il 14 gennaio 2021:
“Corsi&Percorsi è il nuovo catalogo (sic! NdR) di proposte formative progettato dai docenti dell'Équipe Formativa Territoriale del Piemonte in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte - Ufficio I. L’articolazione ha carattere di percorsi brevi laboratoriali, inclusivi e orientati al benessere digitale, destinati ad un massimo di 25 partecipanti per corso e rivolti a docenti, dirigenti scolastici, Dsga e al personale ATA di tutte le scuole del Piemonte.
I percorsi partono dalle aree del DigCompEdu e si focalizzano su quattro macro-aree:
1. AI, STEM e Robotica
2. Inclusione e Benessere
3. Didattica Digitale
4. Cittadinanza Digitale
Ogni percorso è articolato in due fasi:
- la prima prevede tre incontri in modalità workshop online per un totale di sei ore;
- la seconda fase è caratterizzata da attività di esplorazione sul campo di circa tre settimane, con la possibilità di ricevere supporto e accompagnamento dai docenti facilitatori dell’EFT.
A conclusione della fase di esplorazione, è previsto un incontro di condivisione e riflessione in modalità focus group”.
Un’iniziativa davvero grottesca e inquietante, se rapportata al contesto attuale.
I moduli, infatti, sono in tutto 18 e pertanto possono riguardare al più 450 persone, tra dirigenti, docenti, Dsga e ATA. Questo in un periodo in cui un utilizzo ampio, autonomo, consapevole e capace di progettazione e verifica dei dispositivi digitali costituirebbe invece un obiettivo da estendere il più possibile, sul piano quantitativo e qualitativo.
Ciascun modulo, poi, affronta un tema specifico (a volte addirittura un microtema): l’approccio è infatti una rilassata sperimentazione finalizzata all’innovazione, quando sarebbe invece augurabile un’allarmata attenzione all’emergenza e alla conseguente necessità di fornire punti di riferimento e di supporto al distanziamento delle pratiche didattiche.
Un modulo, infine, si configura come capolavoro del marketing lessicale e della conoscenza considerata acquisizione di voucher imprenditoriali: “Da docente a influencer”.